Articolo Passaparola, 2007

Articolo Passaparola,  2007
 

“Se nell’Arte le voglie interiori sono tante e complesse, forse per giungere all’incisione il percorso è ancora più articolato e faticoso. Infatti arrivare a far propria la tecnica esecutiva è fondamentale almeno quanto riuscire a far tradurre in segni e colori i propri sentimenti, le proprie emozioni, il proprio pensiero.. Così si racconta Gabriele Bordignon, pittore ma soprattutto incisore. Il suo percorso artistico si articola in due momenti: dalle prime esperienze nella pittura è passato, in seguito, all’acquisizione delle tecniche a lui più consone, quelle dell’Acquaforte e dell’Acquatinta. La predisposizione al disegno si manifesta fin da ragazzino, quando comincia la sua “carriera” artistica partecipando e vincendo molti concorsi. Negli anni Settanta e Ottanta, grazie anche alla guida del maestro Giovanni Bernardi, inizia a sperimentare le varie tecniche dell’incisione, come l’acquaforte, l’acquatinta, la ceramolle e la puntasecca.


 


La scelta di dedicarsi all’incisione non è stata immediata, ma una naturale conseguenza della sperimentazione: “Un artista deve essere eclettico e soprattutto conoscere tutto il repertorio delle tecniche utilizzabili. Fermarsi alla conoscenza delle tecnica della pittura è riduttivo per un bravo artista...”. E così la necessità di conoscere e sperimentare, unita a un’innata ammirazione per le opere grafiche e incisorie, hanno portato Gabriele sulla via dell’arte calcografica, nella quale ha trovato la sua naturale collocazione artistica. Ma Gabriele è riuscito a dominare la tecnica, utilizzandone tutti i segreti “per poter pervenire a risultati inusuali, di straordinario effetto, in particolare attuando l’acquatinta, la tecnica degli effetti chiaroscurali accentuati...” Questo scrive dell’artista Paolo Tieto, che ha curato la monografia di Gabriele Bordignon, intitolata “Bordignon 19cinquantaquattro54- Acqueforti e Acquetinte 1985/2003 ed edita da Estroprint nel 2003.


 


La raccolta di opere è introdotta da brevi cenni di storia dell’incisione in Italia, per permettere al lettore di comprendere a fondo le opere ed apprezzarne pienamente la tecnica. I soggetti sono vari: paesaggi, ritratti, soggetti sacri...ma lo spunto nasce sempre da ciò che lo circonda: un giro in bicicletta, una passeggiata, un pensiero. Gabriele fa parte dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani e da alcuni anni è stato inserito nel Repertorio degli incisori Italiani, curato nel 1993 dal Centro Culturale Polivalente di Bagnacavallo (Ravenna). Partecipa, con successo, a Concorsi Nazionali, a Premi, Biennali e a mostre personali e collettive: “Trovo che al di là dei risultati siano tutte occasioni di un confronto positivo con altri artisti e con l’evoluzione del gusto”.


 


E’ inserito nel gruppo “Laboratorio delle Arti” e nel Gruppo di Arti figurative “Dimensione Arte” dell’area bassanese. Coordina e conduce i corsi annuali di incisione che la medesima organizza, patrocinati dal Comune di Rosà. “Spesso le persone che si iscrivono ai corsi sono completamente a digiuno di esperienze calcografiche; a volte, invece, devono solo approfondire una delle varie tecniche. Credo che questo “fare insieme” artigianalmente aiuti e faciliti all’inizio il processo creativo: dalla preparazione di una lastra fino alla stampa a mano sul torchio, l’allievo incisore è attento e motivato più dal procedimento tecnico che dal risultato che ne verrà. Da parte mia c’è il desiderio di trasmettere e di condividere esperienze”. E’stato promotore ed organizzatore, per dieci anni, del Concorso Nazionale di Pittura, Grafica e Scultura di Rosà (VI).


Possiede un suo piccolo laboratorio a Tezze sul Brenta dove stampa personalmente in pochi esemplari, con “torchio a stella”.


 


                                                                                                                                      Beatrice Scalco