Critica di Fiorenzo Rizzetto, 1995

Critica di Fiorenzo Rizzetto, 1995
 

Il mondo architettonico e grafico esistenziale di Gabriele Bordignon


 


Capacità di sentimenti profondi e dimensioni compositive grafico-architettoniche di ispirazione  classicheggiante caratterizzano emblematicamente le opere di Gabriele Bordignon, un giovane artista veneto ormai già ben inserito nel contesto dell’arte figurativa contemporanea. “Il  phatos”, la sofferenza, il senso della maternità sono tematiche ricorrenti e diventano rappresentazione simbolica e sintesi espressiva nonché sfogo e liberazione di una struggente tensione esistenziale che scaturisce dal mondo del suo io. Le opere di Bordignon infatti vivono un loro mondo personale dove si ha una ben precisa localizzazione storica basata su collegamenti e riferimenti fra passato e futuro. Le cattedrali così piene di archi a sesto acuto, le penombre degli interni delle chiese o il senso di misticismo silenzioso e religioso che fa da contorno al suo mondo ci parlano (però) continuamente dell’uomo e della sua solitudine. E’ forse, la stessa plasticità strutturale che caratterizza alcuni particolari di questo suo mondo: sta nel contorsionismo dei cavalli, o nel “Cristo che soffre”, e tutti ci parlano di una umanità che soffre, di un dramma inconscio che l’uomo ci porta dentro da sempre e che Bordignon coglie e rivive nelle più angosciose realtà.


Al di là della dimensione simbolica e della tensione costruttiva, traspare però anche una forza ed una eleganza che si presentano in proposte sempre nuove e misteriose.  …ci parla col messaggio cuore e nella sua ricerca tecnico-cromatica, vi è una continua analisi con se stesso e col sentimento del tempo.


 


Cittadella, 1995                                                                     Fiorenzo Rizzetto