Critica di Elena Vigano, 2006

Critica di Elena Vigano, 2006
 

Da volti e paesaggi in alcuni incisori contemporanei (di Elena Vigano)


 


Il versante tematico in cui opera Gabriele Bordignon, è interessato a fissare i soggetti entro spazi aperto o chiusi, ma tutti ugualmente compresi entro ambienti segnati da tratti alternativamente geometrici, curvilinei, marcati e leggeri, che concorrono a creare una forte componente di dinamicità. E’ tripartitica la raffigurazione ambientale presente in La Prima luce (acquaforte-acquatinta 1993); le barche in primo piano sono scosse dall’acqua, gli uomini sono colti in movimento – anzi di più- in un momento di faticoso lavoro ed il cielo sullo sfondo, come il mare, pare stravolto da disordinati squarci di luminosità: e sull’affannosa attività umana, così come sull’agitata natura, incombe la potente carica di serenità sprigionata dalla lucente sfera del sole che sorge. Questa stessa nota di dinamismo appare in Il nido, immagini di un tempo (acquaforte-acquatinta 1996), accentuata da originali inquadrature prospettiche e da marcate alternanze di spazi vuoti (bianchi) e pieni (neri). Anche la staticità fisica di La strega (acquaforte-acquatinta 2002) sembrerebbe solo apparente: la donna troneggia al centro di uno spazio sì chiuso, ma con due fonti di luce, una delle quali la investe prepotentemente: sono inondati dai raggi il suo busto, braccio, la sua scomposta veste, ma con il volto, incorniciato da una chioma nera, che rimarca la fissità di uno sguardo che, pur quasi in ombra, denota determinazione e sicurezza. Il calcolato utilizzo di ombre,di riflessi, di velature, di elementi geometrizzanti (i raggi, le piastrelle del pavimento), i contrasti chiaroscurali, di inquadrature diagonali (raggi, base della scopa, ombrello, mattonelle) sembrano ben inserirsi entro una composizione ponderatamente equilibrata, che viene così a perdere quella connotazione negativa suggerita dal titolo.


 


Elena Vigano  da “grafica d’arte”  N°68  Dicembre 2006