Monografia

 

 

 

                                       

 

 

Recensione alla Monografia
“Bordignon 1954cinquantaquattro54-Acquaforti e Acquatinte 1985-2003)"
 
Esaustiva nella presentazione critica, densa e impegnativa per la rassegna delle opere proposte, elegante nell’essenzialità estetica, la Monografia di Gabriele Bordignon, curata dal Professor Paolo Tieto, è un testo che permette di cogliere appieno la sensibilità e la valenza dell’artista, ma nel contempo arricchisce sul piano emotivo e culturale chi vi si accosta.
La scelta di apporre al Profilo Critico brevi cenni di storia dell’incisione in Italia, quindi qualche rapida informazione sulle tecniche incisorie, è garanzia per il lettore di poter giungere a una comprensione profonda delle opere e a un più consapevole apprezzamento delle stesse. Non che sia fondamentale conoscere il percorso storico e operativo di un’opera d’arte per fruirne emotivamente, anzi, ma la monografia ha la funzione di indurre il lettore ad andare oltre il bello estetico, oltre il piacere dell’emozione immediata, per arrivare alle motivazioni profonde dell’ artista, coglierne la dimensione interiore, almeno fin dove l’artista lo permetta. (Ognuno custodisce solo per sé l’ angolo più profondo dell’anima!
E le spinte interiori all’arte sono davvero tante e complesse, e forse per giungere all’arte dell’incisione il percorso è ancora più articolato e faticoso, infatti far propria la tecnica esecutiva è fondamentale almeno quanto saper tradurre in segni e colori i propri sentimenti, le proprie emozioni, il proprio pensiero; e Bordignon sembra proprio esservi riuscito, come il Prof. Tieto ci fa cogliere nel condurci a seguire, passo a passo, le conquiste fatte negli anni dall’artista, dalle prime esperienze nella pittura all’acquisizione delle tecniche dell’Acquaforte e dell’Acquatinta, quindi all’elaborazione delle stesse in una personale soluzione che gli permette di esprimere, con grande forza e carattere, il suo modo di sentire la vita in ogni aspetto, in ogni forma si manifesti.
E’ l’impostazione critica caratteristica di Paolo Tieto non “raccontare” ma portarti a “scoprire” l’opera, l’artista, e in questo profilo sono davvero molte le cose da scoprire.
Intanto la sorprendente varietà dei soggetti, dalle vedute di paesaggi rurali solcati dalla forza del pensiero alle architetture costruite negli spazi della memoria, dalle congestionate lotte tra vigorosi animali al passo lento e suggestivo dei cammelli nel deserto dove le ombre ingigantite nel silenzio rimandano, in un intrecciarsi emblematico di simboli, alle ombre dilatate sullo spettrale campo di calcio riprodotto in copertina, laconico commento alle “passioni” del presente. E ancora, dal mistero trascendente del Cristo morto in croce, sintesi superba di umano e divino, alla dolcezza struggente di una maternità che perpetua nei secoli il mistero della vita, dalle figure umane “cariche di pathos” alla sensualità vibrante dell’amore, fino alla forza intensa e prorompente degli autoritratti.
Ed è proprio con un autoritratto che lo stesso artista ha scelto di aprire la rassegna delle opere presentate nel catalogo, un’opera che si può leggere quale sintesi della sua arte: intensità espressiva, forza prorompente di un carattere determinato e autonomo, capacità e bravura tecnica. Tale scelta inoltre avvalora il ritratto che di lui emerge dal Profilo Critico: un artista che sa far propria ogni esperienza umana e artistica che ha incontrato e incontra, che sa reinterpretare con la forza della propria immaginazione e con la sensibilità del suo sentire poetico la natura, l’arte del passato e del presente, i misteri del divino come le passioni della vita sempre intensamente vissute nell’io profondo. Così vibranti e vitali risultano i suoi lavori in cui realtà e immaginazione si intrecciano in armoniose rappresentazioni sospese tra memoria del passato e consapevolezza del presente, rivissute nella piena autonomia interpretativa della fantasia.
Una fantasia che dà vita a immagini vibranti, dai toni cromatici ora intensi e fortemente chiaroscurali, ora suggestivi nella gradualità soffusa dei grigi, in cui lo spazio a volte si dilata fino a catturarti, altre si comprime in una stupefacente sovrapposizione di piani che nulla più hanno della realtà. E solo chi possiede appieno i mezzi tecnici ed esecutivi può raggiungere tali risultati, come questo volume fa capire anche a noi, anche a chi tra noi fino ad ora non aveva mai saputo guardare un’incisione con la consapevolezza che solo il conoscerla a fondo può darti.
 
Daniela Giraldo Toscani